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I processi di decision making

Non c’è manager che non faccia costantemente i conti con le decisioni da prendere. È il filo rosso delle giornate di chi ha scelto una professione in cui rischio e programmazione si intrecciano e costituiscono il motore dell’azione.

Molto spesso si tratta di decisioni importanti, dalle quali dipende l’operatività di molti collaboratori, talvolta orientano scelte strategiche per la propria presenza sul mercato, altre volte hanno a che fare con aspetti meno significativi. Ciò che le accomuna è il fatto che tutte devono tramutarsi in azioni e che hanno un impatto concreto nella vita aziendale.

Possiamo dunque considerare la capacità di decision making come una delle soft skills fondamentali per un manager. Proprio perché si tratta di una competenza trasversale, non è possibile valutarla in termini di misurazioni di performance predefinite, ma è possibile analizzarla a partire da una comprensione dei processi in atto. Per esempio, una buona capacità nella presa di decisioni emerge quando il manager si trova davanti a una situazione in cui non ha chiari tutti gli elementi, e il contesto è pertanto abbastanza imprevedibile dal suo punto di vista. In questo caso, saper prendere una decisione in tempi rapidi e accettando di non avere pieno controllo sulla situazione può essere considerato un fattore importante nel riconoscimento di questa competenza. Allo stesso modo, anche il porsi in modo creativo e flessibile apre a delle possibilità di azione importanti per un manager: prendere decisioni può spesso voler dire trovarsi di fronte alla possibilità di mettere da parte le proprie anticipazioni iniziali e considerare nuovi elementi, inserendoli in tempi rapidi all’interno delle proprie valutazioni e riadattando di conseguenza le proprie strategie operative. L’alternativa sarebbe quella di portare avanti scelte che, per quanto ponderate o difficili, si potrebbero rivelare inadeguate a fronteggiare uno scenario in continua evoluzione.

Ma se riconosciamo l’importanza per un manager del processo di decision making, non possiamo non tenere conto di cosa accade quando si sviluppa all’interno di un gruppo. Un primo aspetto da considerare è che le aziende nascono per rispondere a delle esigenze di mercato che non potrebbero essere soddisfatte da una sola persona, dato il carico di lavoro e la complessità del compito. Il gruppo quindi, molto concretamente, consente di produrre più possibilità rispetto al singolo. Allo stesso modo, nel prendere decisioni un team è come un laboratorio in cui le alternative si moltiplicano e vengono analizzate criticamente da più prospettive. Un gruppo di lavoro efficace, sa riconoscere i processi interni che rallentano questo processo ed è consapevole di quali passi siano necessari per sviluppare le opzioni migliori.

Attivarsi per implementare questa competenza significa porsi in maniera autoriflessiva rispetto alle proprie modalità di gestione del processo decisionale, analizzando in modo consapevole i limiti e le possibilità che il proprio approccio offre. Si tratta di una tra le soft skills più preziose per i ruoli che implicano una certa responsabilità e, poiché non esiste un modo sempre valido di affrontare l’assunzione del rischio, è necessario essere disposti a mettersi in discussione su questo aspetto, durante tutta la propria carriera lavorativa.

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