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Talent recruitment? L’Europa scommette sull’apprendistato

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Dieci giorni fa, alcune importanti organizzazioni europee hanno reso noti i risultati di un corposo studio volto a esplorare i costi e i benefici dei percorsi di apprendistato attivati dagli Stati membri. Si è potuto evidenziare che i percorsi ben funzionanti portano valore aggiunto su due importanti fronti: da un lato contribuiscono a soddisfare il bisogno delle imprese di poter formare delle risorse con elevate competenze specifiche, e al contempo possono facilitare il passaggio dal mondo dell’istruzione e della formazione al mondo del lavoro. L’evidenza suggerisce che nella misura in cui i programmi di apprendistato vengono progettati intorno alle reali esigenze del mercato del lavoro contribuiscono all’aumento della produttività e della competitività delle imprese, che a loro volta favoriscono la creazione di occupazione e sostengono i giovani in cerca di lavoro.

Al momento non esiste uniformità tra gli Stati Europei nell’attivazione di questi percorsi, che possono essere di vario tipo: per esempio, possono nascere da esigenze scolastiche, oppure possono scaturire dalla richiesta specifica di un’azienda che necessita di acquisire risorse con determinate competenze; possono essere rivolti ai giovani, o ancora essere completamente indipendenti dall’età anagrafica.

Pur quindi con le dovute differenze, emerge un quadro generale in cui l’apprendistato appare un’opportunità che deve essere ancora sfruttata a pieno: si fa strada il bisogno di un’apertura a livello nazionale che permetta di adattare il sistema ai bisogni dell’azienda, coinvolgendo i lavoratori, i partner sociali e cooperando attivamente con le organizzazioni governative.

Per le aziende, si tratta di un investimento a lungo termine, i cui frutti dipenderanno dal modo in cui vengono progettate e costruite le competenze dell’apprendista, sartorializzandole sulle esigenze di business. I percorsi orientati all’apprendimento integrato, che includono per esempio la partecipazione attiva a dei progetti di lavoro e l’apprendimento sul campo, richiedono da parte dell’azienda un’attenta pianificazione e la costruzione di un percorso personalizzato in cui poter acquisire competenze su vari livelli e, ovviamente ciò non ha niente a che fare con delle semplici lezioni all’interno dell’azienda.  L’apprendistato, in questo senso, rappresenta un’importante occasione formativa per bilanciare le soft e social skills in un approccio che le affianchi ad altre più tecniche per le quali il candidato non è stato formato in precedenza. Anche per gli apprendisti il percorso può essere pensato come un investimento: rappresenta un’occasione per incrementare le proprie competenze lavorative e accrescere le prospettive future in termini di carriera professionale. In seguito, se il rapporto evolve in una collaborazione a tutti gli effetti, si potrà contare su ulteriori vantaggi legati all’investimento profuso, nei termini di un’immediata produttività dopo il termine del percorso, elevato engagement e aderenza alla cultura aziendale. Da questo punto di vista, l’apprendistato diventa un vero e proprio processo di reclutamento dei talenti.

Per questo l’Unione Europea, si sta muovendo per incrementare la qualità e l’interesse verso questa tipologia di percorsi, facendo in modo che il loro valore venga maggiormente riconosciuto. A questi obiettivi risponde anche la piattaforma virtuale attivata dall’Unione Europea: The European  Alliance for Apprenticeships, che sta fornendo delle linee guida agli Stati membri così che gli apprendistati attivati a livello nazionale possano sempre più tenere in conto le condizioni attraverso le quali diventa possibile generale valore e meritare l’investimento delle imprese.

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